Un mese da leggere

Ogni mese ti accompagniamo attraverso percorsi tematici diversi, con la proposta di libri in esposizione nella Hall e disponibili per il prestito. Qui un assaggio delle rassegne di questo mese. Buona lettura!
Aggiornato il: 01/03/2024

Marzo 2024 - /PA·RÒ·LA/ - Sostantivo femminile

disegno di donna con colombe tra nuvole e cielo

In occasione degli 80 anni dalla scomparsa, dedichiamo questo numero di Un Mese da Leggere a una donna speciale, la scrittrice siciliana Maria Messina, morta a Pistoia nel1944.

Maria Messina nacque a Palermo nel 1887, ma le vicende familiari la portarono spesso fuori dalla Sicilia, prima in Umbria, poi in Toscana, nelle Marche e infine a Napoli. All'età di ventidue anni, iniziò una fitta corrispondenza con Giovanni Verga e tra il 1909 e il 1928 pubblicò racconti e romanzi. Poi, una grave malattia la costrinse all'isolamento e all’inattività. 
La casa nel vicolo è considerato il suo capolavoro. Quella “casa” è abitata da un nucleo familiare solo apparentemente unito e felice. Don Lucio, il capofamiglia, è un uomo autoritario che controlla la moglie e la cognata non solo attraverso le regole della convivenza, ma insinuandosi piuttosto nelle profondità delle loro coscienze. In questo romanzo come in tutte le opere della Messina sono raccontati l’isolamento e l’oppressione delle giovani donne siciliane, quasi invisibili alla società dell’epoca. 

Proprio queste tematiche ci offrono lo spunto per un viaggio attraverso i romanzi della letteratura internazionale con personaggi femminili oppressi da una società patriarcale.
Sylvia Plath ci racconta la vita di Esther, una diciannovenne di provincia, studentessa brillante e vincitrice di un soggiorno offerto da una rivista di moda, che inizia a sentirsi «come un cavallo da corsa in un mondo senza ippodromi». Intorno a lei c’è l'America maccartista degli anni ‘50: un mondo alienato, una campana di vetro che la opprime sotto il peso della sua protezione. 
Nawal al-Sa'dawi ci racconta la storia straziante di Firdaus. La incontra in un carcere femminile in Egitto, è un’assassina, condannata all’impiccagione per aver ucciso un uomo che voleva approfittarsi di lei. Una storia di rapporti umani costruiti sull’ipocrisia e sulla violenza. 
Concludiamo con Margaret Atwood che ci porta in un mondo del futuro devastato dalle radiazioni atomiche, dove le donne hanno un solo compito: garantire una discendenza all’élite dominante. Un regime monoteocratico e repressivo che però non riesce a schiacciare i desideri.

Buona lettura e buon 8 marzo a tutte!

«Maria era in quell'epoca, come la rivedo nei miei ricordi e come la ritrovo nelle fotografie dell'album di famiglia, una giovane donna minuta con un visino pallido dai grandi occhi luminosi incorniciata da una massa di fini capelli castani. Quella fragilità celava una forza d'animo non comune, che le aveva permesso di denunciare, lei signorina di buona famiglia che avrebbe dovuto addirittura ignorare certe vergogne, quello che si celava dietro le facciate di case rispettabili, in cui la donna era tenuta in uno stato di soggezione prossimo alla schiavitù».
Maria Messina nei ricordi della nipote Annie

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